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venerdì 4 luglio 2014

Addio a Giorgio Faletti

Carissimi fratelli, oggi è un giorno di lutto per il mondo della comicità e non solo. Come avrete sicuramente saputo, ci ha lasciati all'età di 63 anni il grande Giorgio Faletti. Universalmente noto come scrittore di libri noir e thriller di grande successo, ma dal passato immerso nel cabaret del Derby Club di Milano alla fine degli Settanta, assieme a Massimo Boldi, Teo Teocoli, Giorgio Porcaro, Diego Abatantuono, sotto la direzione del "maestro" Enzo Jannacci. Poi, sempre con Teocoli e Boldi, su Antenna 3, nel programma Non lo sapessi ma lo so, e poi negli anni Ottanta è nella squadra di comici dello storico programma televisivo "Drive In": ricorderete i mitici personaggi del poliziotto Vito Catozzo (e il suo tormentone, “porco il mondo che c'ho sotto i piedi!”) e Suor Daliso, oppure ancora in Emilio, programma di Italia 1 accanto a Gaspare e Zuzzurro. Si è poi reinventato una carriera fatta di successi ed esperimenti artistici come cantante e autore di testi, poi attore di cinema e infine scrittore con clamoroso responso di pubblico e critica. Faletti era un fan della Coppia da tempi non sospetti (diceva: “Per me la massima espressione di comicità di tutti i tempi sono Stanlio e Ollio”) e per diversi anni è stato nostro Socio Onorario, pur non avendo partecipato alle nostre riunioni. Sua una canzone dedicata a Stan e Babe che scrisse per Angelo Branduardi, La comica finale, inserita nell’album Il dito e la luna, del 1998. Ci sembra doveroso come omaggio al nostro illustre fan riportare il bellissimo testo di quella canzone che potete ascoltare cliccando qui sotto. Arrivedòrci, Giorgio.


Ho capelli lunghi ed ispidi
che non smettono
di crescere mai
come un piumino di solletico
da far ridere anche il cielo
pelo e contropelo
e dentro un viso fatto ad anfora
c'e un'anima
che scivola via
dagli occhi aguzzi che trasformano
in un fatto naturale
la comica finale
Sono un buffone
lo sai perche'
non c'è nessuno
magro come me
sono un buffone
un fatto a sè
fra quel che c'è e che non c'è
quando mi vedrai
mi avrai visto invano
se il mio nome
non sai qual' è
sono Stan Laurel e a volte ho pianto dal ridere
L'altro ha baffi corti ed ispidi
che non smettono
di crescere mai
come il pennello che usa a radersi
quando ce n'è un velo
pelo e contropelo
e quel cappello troppo piccolo
e un'anima
che rotola via
su piedi grandi che trasportano
un tratto personale
nella comica finale
Sono un buffone
lo sai perchè
non c'e nessuno
grasso come me
sono un buffone
un fatto a se
fra quel che c'è e che non c'è
quando mi vedrai
mi avrai visto invano
se il mio nome
non sai qual'è
Oliver Hardy e a volte ho pianto dal ridere

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